Le montagne sono una cosa meravigliosa.
Io non riesco più a stare nel traffico, nel casino, in mezzo alle grandi città.
Quando mi capita di andare a Milano mi sento come i nonni di provincia, quelli che non sanno dove comprare il biglietto della metropolitana, quelli che se lo inseriscono al rovescio nella macchina o quelli che se salgono sul tram senza averlo obliterato si sentono come se stessero derubando la banca centrale.
Io quando vado verso il lavoro guardo sempre le montagne.
Mi salutano sempre in lontananza.
Nelle giornate terse vedo la Grignetta e la Grigna, sopra a Lecco.
Io le guardo, ricambio i saluti e penso che non vedo l'ora di poterci tornare.
Non sono un grande montanaro.
I miei genitori, da giovani, andavano in montagna. A loro piaceva.
Quando ero piccolo mi ci avevano portato qualche volta, ma poi, non so perchè, abbiamo smesso di andarci.
Se mi volete male, mettetemi in un luogo pieno di gente che si spinge e corre frettolosa per andare nessuno sa dove.
Se mi volete bene, regalatemi una baita in montagna nel posto più sperduto che esista. Vi dico già che io ci starò bene.
Ci porterò la mia attrezzatura sportiva e i miei attrezzi da falegname.
Ci porterò poche pentole e qualche libro.
Ci porterò un pc per poter scrivere, o anche fogli e penna.
E io sarò felice.
Ultimamente siamo stati a Pian dei Resinelli, a 1700 metri.
Quel posto, quattro anni fa, era stata la nostra prima destinazione con il camper. Quella prima volta avevo faticato a destreggiarmi sulla strada stretta. Ora ci sono arrivato con estrema facilità.
Il primo giorno, dopo esserci svegliati e aver fatto colazione in camper, abbiamo fatto il sentiero delle Foppe fino al Rifugio Rosalba. Un classico. Semplice ma mai banale.
Siamo rientrati tutti e quattro dopo aver camminato, chiacchierato e visto un sacco di paesaggi fantastici.
"Noi quattro insieme si sta bene".
"Ragazzi, vi è piaciuto oggi? Bello vero? Domani mi piacerebbe salire in grignetta, chi vuol venire?".
"Vengo io, pa' ".
I grandi non avevano voglia. Sono rimasti a riposarsi.
Jordi, sì.
Siamo partiti presto. Abbiamo mangiato in silenzio per non svegliare gli altri.
Fuori c'era freddo.
Abbiamo camminato tre ore per raggiungere la "Grignetta" e goderci il rifugio Ferrario.
A Jordi tutti lo fermavano. Tutti gli facevano i complimenti.
Lassù, a 2000 mt e dopo tutta quella strada difficile, di ragazzi della sua età se ne vedono pochi.
Lui è stato veramente bravo.
Si godeva il cammino.
Si godeva le chiacchiere.
Si godeva le pause.
Si godeva i paesaggi mozzafiato.
Ha affrontato la fatica.
Non so se fosse ancora "gasato" dal capodanno passato in tenda sulla riva del ticino.
Ma credo che la natura gli sia entrata dentro al cuore.
Un seme di bellezza gli si è posizionato in qualche luogo speciale.
"Jordi, ora che siamo in cima, ti saresti pentito di tornare indietro quando all'inizio eri tanto stanco?"
"Pà, io non sarei tornato giù".
Lui doveva arrivare in cima.
Bravo Jordi.
Sono felice che ci siamo arrivati insieme.
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