E' successo di nuovo.
E' stata uccisa una persona in modo assurdo.
Leggere e vedere mi ha molto toccato.
Era americano. Si chiamava George Floyd.
Era stato arrestato per una banconota falsa.
Il video della detenzione è agghiacciante.
Si sente lui che dice al poliziotto che lo tiene bloccato:
"Please. I can't breath".
George lo dice e lo ripete più volte.
L'arrogante poliziotto lo blocca facendo pressione sul collo col suo ginocchio.
E intanto, come se nulla fosse, tiene le mani in tasca.
"I can't breath".
Il signor Floyd dice, sempre in modo più debole: "I can't breath".
Dopo due minuti di video arriva l'ambulanza.
Ma lui non dice più nulla.
Non potrà mai più dire nulla.
Sai quanto era il valore della banconota falsa per cui è stato arrestato?
20 miseri dollari.
Il signor Folyd era amico intimo di una ex stella NBA.
Quindi questo episodio, spero, creerà una grande catena di proteste in ogni dove.
Vedere quel video mi ha fatto molto ragionare. A tutti noi.
A ciò che ci accade spesso nel nostro quotidiano.
Quante volte qualcuno ci ha bloccato in malo modo?.
Quante volte, ogni giorno, diciamo "I can't breathe?".
Quante volte subiamo azione piccole o grandi di "poliziotti con le mani in tasca"?
Il marito o la moglie che non si accorge che l'altro esiste e non gli/le dà valore.
Le persone che pensano che "amore" sia sinonimo di "essere e fare sempre tutto insieme", togliendo all'altro una parte di necessaria indipendenza.
Il capo che ti deride pubblicamente per sfogare le sue ansie.
Quel collega che gioca sporco pur di emergere.
Quel papà o quella mamma che pensano di dover scelgere la strada al posto del figlio. Ma il figlio vuole e deve viverla sbagliando ogni tanto da solo.
Tutte quelle responsabilità che abbiamo (soldi, famiglia, lavoro, status, ecc) che non ti permettono di essere chi davvero vuoi essere.
Quella distanza che ti separa da chi vuoi bene.
Quel conoscente che ti tratta male a cui non riesci a ribellarti.
Quante volte abbiamo detto "I can't breath?"
Il signor Floyd ha perso la vita. E non dovrebbe mai succedere.
Ma noi , quanti pezzetti di vita abbiamo lasciato per strada a causa di "metaforici poliziotti" che ci hanno messo il ginocchio sul collo?
Oggi mia figlia mi ha dato una gran lezione.
Su una situazione che non riguardava me ha dato un suo parere, chiaro, maturo, adulto e innegoziabile. Non ha arretrato di un millimetro.
Si è protetta.
Ha detto:
"I want to breath".
Ho visto come con fermezza spostava il ginocchio "del poliziotto" per sentire entrare l'aria nei polmoni.
Sono sempre più convinto che quanto più si cerca ciò che ci offre aria buona, pulita, fresca e sana tanto più i "poliziotti con le mani in tasca" diventeranno piccoli e insignificanti.
Quanto più faremo come Anna tanto più saremo uomini veri.
Io non sono sempre così.
Ogni tanto mi trovo un ginocchio di qualcuno da qualche parte.
Ma lo sposto sempre più spesso.
Con dolcezza ma con fermezza.
Voglio essere come Anna.
Non voglio che ci sia nessuno che perda un pezzo di se' stesso perchè deve dire:
"Per favore, lasciami. Così non riesco a respirare".
Io voglio respirare.
"I want to breath".
Per farlo, il weekend scorso ho cercato aria con ciò che più me la da'.
I miei raggi di sole.
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